La scomparsa degli uomini

 

Su Dove sono gli uomini? (Chiarelettere)

 

Da propugnatore di scelte esistenziali radicali e attento osservatore delle nuove forme di convivenza, o di mancata convivenza, Simone Perotti, autore del manuale di desistenza Adesso basta e del programma di Rai5 Un’altra vita, si pone – e ci sottopone - la domanda che le donne si vanno ponendo, sempre più allarmate. 

L’assunto è che le donne sono sempre più presenti; presenti a se stesse per rinnovata coscienza, presenti nei più disparati ambiti lavorativi per novella intraprendenza e soprattutto presenti per preponderanza numerica nei luoghi pubblici, in particolare quelli ludici: “le donne sanno divertirsi di più e con maggior facilità degli uomini”, vedi prevalenza femminile nei corsi di vela, free climbing, tango, gestalt, sommelier e naked yoga. E al ristorante.

 

Questa, sembra dirci Perotti, è autorealizzazione. Sarà il caso di chiamarla inquietudine? In ogni caso, free climbing a parte, mi sembra abbastanza naturale che i maschi preferiscano la partita e la frittata di patate. Non è per fare la difesa d’ufficio dei pantofolai ma in certe circostanze gli uomini stanno benissimo da soli: come recita il titolo del romanzo di Norman Mailer, i duri non ballano. Una pubblicitaria ‘attenta e acuta’ fa notare all’autore che gli uomini in aereo viaggiano quasi sempre per lavoro. Quando sono in gruppo stanno di sicuro andando a Cuba o in Ucraina per motivi facilmente intuibili. Invece le donne, asserisce, più spesso stanno viaggiando per divertimento. Ma noi sappiamo bene che c’è un divertimento giamaicano o capoverdiano speculare a quello cubano o thailandese.

 

E’ difficile, in questo libro, scindere la posizione delle donne da quella dell’autore. A volte il testo riporta con distacco socioantropologico le risultanze statistiche, i racconti e le perplessità delle donne, in altri casi le considerazioni dell’autore si intrecciano con quelle femminili: le posizioni progressiste dell’autore lo rendono molto comprensivo nei confronti di donne irritate dagli uomini che osano nutrire sensi di colpa verso le mogli; trova naturale che le donne “capaci di divertirsi” si allontanino schifate da una moglie che, in barca, osa stupirsi dell’esistenza di donne che se la fanno con uomini sposati e auspica che questa povera donna, data l’accoglienza, “cominci finalmente a capire”; la scena  della riunione di casalinghe, lesbiche e no, in cui si vendono sex toys invece di ciotole Tupperware, è tratteggiata in modo partecipe, quasi estatico; di un uomo abbandonato Perotti scrive che “si sente” abbandonato, come se l’assenza della moglie fosse una sua discutibile impressione; intitola Lasciate sole un capitolo che, a leggerlo, parla di donne che si sono isolate, riporta diffusamente le lamentele di donne che non tollerano di dover ‘sostenere’ gli uomini.

Eppure non è passato molto (siamo solo alla fine degli anni ’80) da quando la celebre psicoanalista lacaniana Francoise Dolto, che non possiamo rubricare tra le casalinghe  bigotte, parlava del dono di sé, che conferisce ad alcune donne  ‘una radianza particolare’, argomentando che una donna pienamente realizzata è felice di ricevere il proprio senso dall’uomo amato, “felicità che la tiene viva e feconda in tutti gli istanti della vita, nelle occupazioni più umili, dalla cura del corpo a quella dei figli e della casa, occupazioni che diventerebbero sterilmente ossessive se l’uomo amato non desse loro un senso, al di là dei sensi”. “Sterilmente ossessive”. Ecco, tutto il gran volteggiare e abbandonare e rifuggire e masturbarsi delineato da questo libro (e non solo, ovviamente) mi pare possa essere descritto esattamente da queste due paroline.

 

Ma sono stato troppo severo soffermandomi sui passi che trovo supinamente femministi. In realtà Perotti mostra anche le ombre di questa trionfante indipendenza: riflette sulle contraddizioni,  percepisce un languore sopito, intitola un capitolo Le principesse tristi e ne La tentazione dell’autosufficienza dà conto del grave esaurimento, con ricovero, in cui incorre Fiorella quando è il suo amante a defilarsi. Potremo mai – si chiede - fare a meno di pezzi così importanti della nostra vita come l’amore? Un po’ generico questo termine: è dell’amore romantico che si parla? dell’innamoramento? E’ questo che ci manca? O ci mancano dei rapporti stabili, amori fondati sulla famiglia? L’amore non scende da chissà dove una volta per tutte, l’amore va costruito, come cantava Fossati, rigenerato, accudito e sostenuto nel tempo.

 

Del resto Perotti ha dovuto rendersi conto che alla fin fine quello che affascina i milioni di donne che hanno divorato Cinquanta sfumature di grigio non è la storia d’amore ma la sottomissione della protagonista. L’autore capta ‘un rigurgito, un latente languore’. Forse non è solo una variante da relegare tra le fantasie sessuali: la storia di Paola, che fa l’amore sul bancone del suo negozio con uno sconosciuto che la stava aiutando a montarlo, “il suo sogno proibito fin da ragazza: un uomo sicuro di sé che arriva senza una parola e ti prende all’improvviso, con ferma determinazione, senza neppure chiedertelo. Uno di quelli che esistono solo nei romanzi hard” rivela un desiderio reale. Scopriamo addirittura che le donne osano lamentare la mancanza di uomini così. Vogliamo scherzare? Qua se uno dice una parola fuori posto o manda un mazzo di fiori in più diventa un pericoloso stalker. Uno che “ti prende all’improvviso” rischia anni di galera, la perdita del lavoro, della famiglia, della dignità. “Senza chiedertelo”? Gli uomini devono chiedere sempre, meglio se per iscritto, a scanso di equivoci. E qualcuno ha il coraggio di chiedersi dove sono gli uomini? Dall’avvocato, perdinci! I rapporti tra i due sessi sono ormai stati trasferiti dalle alcove – o dalle chiese - alle aule di giustizia.

 

Ma fin qui abbiamo parlato di donne e la domanda iniziale rischia di rimanere senza risposta. Di sicuro gli uomini se ne stanno lontani dalle donne liberate e libertine. In attesa, come conclude l’autore, di un nuovo dopoguerra: “serve che manchi il cibo, la luce, e che occorra inventare qualcosa per mangiare… Può darsi che siamo alle soglie di una rinascita, scossi dagli squilibri e dalle sollecitazioni che questa strana guerra economica e senza sangue genera in tutti noi”. Non dovremo aspettare molto, caro Simone. E il sangue non mancherà.

 

(La discussione si è sviluppata sul sito di Simone Perotti)

 

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Commenti: 1
  • #1

    Andrea (mercoledì, 17 aprile 2013 01:47)

    Secondo me certi pseudo libri non andrebbero neppure commentati, perché sono di una idiozia da paura, così come sono idiote tutte quelle donnicciole che non fanno altro che lamentarsi, dimenticando altresì di fare una sana autocritica.
    Peraltro nessuno impedisce loro di sposarsi qualche marocchino, tunisino, albanese o romeno; insomma, dei veri uomini che le metteranno sicuramente in riga...