Un prete? Tagliamogli le dita

2010-01-28 21:15:24

 

su Alceo, Novembre 2009

 

Cosa passa per le fiction

 

L’unica, incontrovertibile, ‘vera’ informazione passa attraverso la fiction. Come ben sanno i giornalisti che infiorettano, amplificano, deformano la notizia servendosi degli strumenti della fiction, nessun concetto, nessuna convinzione profonda può sedimentare nella coscienza dei fruitori se non è “racconto”. Solo il racconto crea 

 

immedesimazione, partecipazione, coesione. Solo il mito può dettare la norma, condizionare i comportamenti. Le grandi narrazioni sono armi potentissime, altro che le ‘notizie’. Quello che una volta era affidato al romanzo e più di recente al cinema, passa ora soltanto per la televisione. Più precisamente per le serie TV. Gli occhi degli analisti sono troppo spesso puntati sull’informazione televisiva, al massimo sui talk show. Ma la manipolazione è in agguato nelle serie. Da quando Hollywood non paga più, i migliori sceneggiatori e i grandi produttori sono migrati. E si vede. Con il suo ipnotico ripresentarsi, con la familiarità che crea, ciò che passa attraverso una fiction incista credenze ineliminabili.

 

E’ in replica su Foxcrime la seconda stagione del legal drama Boston Legal, una serie sopra le righe, con un imperdibile James Spader, avvocato di un grande studio che nasconde dietro il volto da cherubino compiaciuto, col nasino all’insù, una micidiale capacità tecnica. Nella decima puntata, Una truffa legale, un paio di avvocati dello studio si fingono agenti federali per tentare di fermare un pedofilo che ha rapito un ragazzino. L’unica persona in grado di fornire informazioni è un prete, che oppone però il sacro vincolo della confessione. Un vecchio tema, affrontato con rispetto e finezza da Hitchcock in Io confesso, con Montgomery Clift. Qui invece è risolto con l’accetta. Letteralmente: se guardate l’episodio vedrete l’intrepido avvocato tranciare tre dita al sacerdote con un’ascia antincendio. La cosa non indigna minimamente lo spettatore data la natura del personaggio. Nessuna ambiguità, nessuna sfumatura, nessuna raffinatezza. Ghigno da stronzo, piglio da stronzo, frasi da stronzo. Tagliato con l’accetta, appunto. Eppure da quelle parti non mancano certo gli attori, per non parlare dei caratteristi. Mica Un posto al sole, ragazzi, stiamo parlando di una meravigliosa macchina da guerra. Registi attenti, sceneggiatori da urlo. Eppure questo arrogante e spregevolissimo prete sembra quasi divertirsi a intralciare la giustizia. Forse perchè, come suggerirà in aula un avvocato dello studio, subito redarguito dal giudice ma già pronto a ritirare la domanda dopo un risolino, “la Chiesa ha un debole per i pedofili?”. Per rendere più saporito il piatto, si scopre che il prete traffica – con tanto di fotocopiatrice – in indulgenze papali false.

 

Come si può vedere, sono evidenziati i temi che hanno alimentato la Riforma: traffico delle indulgenze e rito della Confessione (anche se alcune chiese protestanti la mantengono). Con l’aggiunta del più appetibile degli argomenti: la pedofilia nelle chiese nordamericane. Un fenomeno che è stato divulgato con delle cifre palesemente inverosimili. Ma era proprio questa percentuale a colpire le persone poco avvedute (cioè tutti quelli con cui ho avuto occasione di parlarne): “Sono dati. Sono fatti”. Poveracci: credono che i numeri siano la verità. Gli dai un numero, una percentuale, un dato che viene da chissà dove, manipolato in mille modi, e loro sono pronti a bersi qualsiasi cosa. In questo caso i numeri erano veri ma non veritieri. Vediamo dov’è l’inganno, cos’è che i media hanno fatto finta di non sapere.

 

La Chiesa, non so quanto avvedutamente, ha sempre evitato di esporre i sacerdoti in un’aula. Di fronte a qualsiasi denunzia, rimostranza, querela, ha dato ordine ai legali di trattare, tacitare, pagare. Ancor prima, di solito, che le inchieste ecclesiastiche fossero portate a termine. Proprio a questa discrepanza tra inchieste interne e risultanze legali è collegata infatti l’accusa peggiore, ciò che davvero risulta intollerabile all’opinione pubblica: il mancato allontanamento dei sacerdoti implicati. Ma la Chiesa non poteva infierire sui suoi membri sapendoli innocenti.

 

Questa arrendevolezza poteva funzionare nella buona vecchia Europa, dove anche le eventuali vittime evitavano di esporsi, e soprattutto in Italia, dove la durata infinita delle cause scoraggia le azioni civili. Certo non poteva funzionare nel regno degli avvocati, nella Mecca degli avvoltoi. Se c’è stato un caso di molestia in una parrocchia, tutti i frequentatori di quella parrocchia si sentiranno autorizzati a ricorrere anche loro. In parte per il meccanismo fisiologico del dubbio e della suggestione (vedi il caso dell’asilo italiano dove la paranoia dei genitori ha raggiunto vette superiori a qualsiasi fantasia) ma, soprattutto, perchè in America quella dell’azione legale è una vera industria. In America gli avvocati si procurano i clienti ricorrendo alla pubblicità sotto ogni forma, anche con costosi e ripetuti spot televisivi (questo soprattutto nelle class action). Per intenderci, a casa della gente arrivavano lettere di questo tenore: “Volete un milione di dollari? Mandate vostro figlio in parrocchia e al resto pensiamo noi”. Non è sembrato vero, a genitori e avvocati, di trovarsi di fronte una controparte così arrendevole. .

Naturalmente, oltre al fumo c’era l’arrosto. Ma sono state le statistiche sulle vertenze (e non sugli atti realmente accertati) a far passare alcuni casi per un’inverosimile epidemia.

 

Io so che gli sceneggiatori certe cose le immaginano. Perchè allora questa rozzezza nel disegnare il personaggio?

 

 

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