Cameriere sarà lei

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su Alceo, Marzo 2009

 

Ristorantopoli, Come difendersi dai ristoranti (Mauro Zucconi, Liberamente)

 

Il più menzognero dei titoli. Non ne faremo una tragedia: sono frequentissimi i titoli volutamente ingannevoli, bilanciati poi da sottotitoli, bandelle e risvolti. Ma anche quelli, in questo manuale, sono ingannevoli: non ci sono infatti nel libro, quei “segreti dello chef” sbandierati in quarta. C’è davvero, invece, una superba “fenomenologia del cameriere”, da quello improvvisato a quello inconsapevole, 

 

(molto giovane, in quella fase dove tutti ti sembrano degli idioti insensati incapaci di accorgersi che “tu sei l’ometto più bello di tutto il pianeta”), da quello storico (che non viene licenziato per sentimentalismo) a quello napoletano (che può anche essere friulano: non è la provenienza che conta ma la sua simpatia artificiosa e forzata, che lui e lui soltanto ritiene leggendaria), dal cameriere per vocazione al cameriere famigliare (che è troppo impegnato a litigare con un parente più anziano per litigare con voi). Il cameriere balzano, suscettibile e arrogante di un vecchio sketch, quello del tormentone “cameriere sarà lei” non è, a giudicare da queste pagine, tanto raro e irreale.

Ma a qualunque tipologia appartengano, i camerieri sono tutti vostri nemici. Solo a volte per problemi caratteriali o circostanze avverse: “il cameriere vi odia a prescindere, già da quando intravede la vostra ombra sul rettangolo di marciapiede davanti alla porta, continua a odiarvi mentre abbassate la maniglia e vi odia più di tutte le cose di questa terra quando vi avvicinate e rispondete alla sua domanda sulla vostra quantità numerica. Vi odia ontologicamente, per il solo fatto che esistete. Vi odia perché voi gli piombate addosso a due-trecento chilometri di pavimento accidentato dal suo potersi finalmente mettersi in poltrona per guardarsi la replica di una partita che voi avete commentato ad alta voce per tutta la sera”. 

Questo libro, dunque, insegna a difendersi dai camerieri La preoccupazione principale del cliente dovrebbe essere quella di non farsi sputare nel piatto, che è il sano e sacrosanto risarcimento morale del cameriere. A questo punto accaparrarsi un buon tavolo o farsi servire celermente divengono obiettivi secondari. Ma più che dal cameriere il vademecum di Zucconi insegna a difendersi da se stessi. Psicopatologia del cliente, ecco il vero argomento di questo saggio. I nostri comportamenti di fronte ai camerieri o agli altri clienti rivelano il nostro carattere. I difetti caratteriali, però, possono essere emendati e Zucconi ci prova, sbattendoci in faccia con ironia crudele le nostre pecche, vere o immaginarie. Come nei Manuali del Successo, dunque, troverete capitoli di training, dall’impostazione della voce alle tecniche di entrata, dall’infilare nel taschino del cameriere uno di “quei pezzettini di carta colorata che lubrificano l’anima della gente” all’allenarsi a romper bicchieri come se fosse la cosa più naturale del mondo. Il consiglio primario però è quello da scriversi sulla mano “il ristorante non è la cucina della mamma”. Imparando a comportarsi da seri clienti si impara a comportarsi bene in ogni situazione, a evitare gli eccessi di dipendenza, di servilismo oppure di arroganza che ci affliggono in qualsiasi circostanza della vita di relazione. 

Il pregio principale di Zucconi sta nelle sue eccelse qualità di umorista. Non c’è circostanza che l’autore non sappia utilizzare per battute, paralleli surreali, intermezzi comici. Riesce quasi sempre a suscitare la risata, però ci marcia troppo: le divagazioni a volte divengono la sostanza stessa del capitolo e l’acquirente avrebbe potuto preferire più servizio e meno cabaret. 

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