Beati i vicini

2007-03-30 11:13:40

 

E perché, poi, beati i lettori stranieri? Esistono le traduzioni, e le sappiamo pure fare (come con il doppiaggio: siamo i migliori, anzi gli unici). Cos’è questo soprassalto di nazionalismo? Dove sta scritto che l’Italia DEVE avere, ogni decennio, tot scrittori di vaglia? Ad Ascoli Piceno non ci sono scrittori notevoli? Embè? In tutta la Grecia non ne hanno uno da duemila anni.  Ci sono decine di 


altri paesi esportatori d’inchiostro: c’è tanta di quella letteratura in giro che non riuscirò mai a godermela. Non è targata Sondrio? E allora? Cos’è, vogliamo il medagliere olimpico? “Vogliamo che l’Italia di oggi venga descritta” dicono tutti, padri e figli. Perché, se no ci perdiamo qualcosa? L’Italia di oggi ce l’avete ogni giorno intorno, a pestarvi i calli. Non scrivetene, vi prego. Ah, le Cronache marziane di Bradbury, quelle delicate, umanissime, invecchiatissime cronache. Ci sono addirittura inglesi che raccontano l’Italia benissimo (vedi Tim Parks). Li rispediamo a casa? Ci rubano il lavoro? Fra un po’ avremo anche noi i nostri cinesi, i nostri pakistani, cioè marocchini o albanesi (qualcuno ha sentito parlare di Ron Kubati, per esempio?) e il problema sarà risolto: sangue vivo, sangue misto, sguardi vergini, poca Letteratura e i venerati maestri fuori dalle palle.

 

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