L'Ariosto e il mercato del pesce

Il libro di Paolo Mantioni

 

Paolo Mantioni è un critico sottile, scampato all’accademia grazie a salutari attività commerciali. Col romanzo Le età della vita (bébert edizioni) si mette in proprio, giocando su due registri diversi, romanesco e italiano.

 

Il libro è inserito nella collana Colpi d’ascia, che allude alla penetrazione e all'immediatezza dei testi pubblicati, e l'ascia è stata usata anche sul testo originario, che ho avuto il piacere di leggere, troppo lungo per adattarsi al formato della collana. Certo il volume è ora più godibile, scorrevole, ma sarebbe stato auspicabile un editing meno cruento.

Il titolo è suggestivo ma avrei trovato più calzante ‘Le facce della vita’; la chiave del libro, infatti, sta nelle parole di uno dei personaggi: “mi hai detto che non hai tempo per leggere perché devi lavorare e ‘se permetti’, pure vivere. E’ proprio questo il punto, è come se per te vivere non fosse anche lavorare, leggere, studiare. E’ come se queste fossero operazioni preliminari, di preparazione al ‘vivere’. Ma questo è vivere, altrimenti è alienazione, è un tempo concesso a un qualcosa che non è vivere”.

 

Vivere, infatti, è studiare, lavorare al banco del pesce, amoreggiare, impazzire nel traffico, specchiarsi in un barbone altero, trasformarsi da archivista in detective (o si tratta della medesima attività?). Vivere è evitare di caricare di senso uno solo degli aspetti della vita, impedirsi di esaltare uno degli aspetti della personalità a scapito degli altri. Il punto, come sempre, è quello di evitare la scissione, la deflagrazione, tenere insieme con leggerezza aspetti apparentemente agli antipodi, vissuti inconciliabili, inclinazioni conflittuali.

Per comprendere che i fenomeni più comuni hanno una motivazione profonda si può leggere Spinoza oppure un’intervista a Robert Redford sulla preparazione alla parte. Al mercato si impara come e più che in facoltà, specie se il mercato è vissuto come lo vive il protagonista del libro: “Lui osservava e determinava le leggi astratte che regolavano quel mondo. Stava dentro e stava fuori. Ammirava e condannava”. Tutti i buoni libri in fondo esplorano un microcosmo, rimandando alla vastità grazie all'accuratezza e all'intensità della resa. L’obiettivo è sempre quello di mettere ordine e il nostro eroe è dominato da questa necessità: mettere ordine, nei libri della sua biblioteca (un ordine che comincia già dalla scelta oculata, idosincratica), nelle carte di Carmine, il vinto, nella sua vita, infine. Ma crescere è capire che occorre mangiare tutto quello che c’è nel piatto, senza perdersi nello spostare ‘con cura meticolosa’ i bocconi ritenuti meno appetibili.  

 

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